I pannolini

BAMBINO

I pannolini servono, ne servono moltissimi, e questa spesa incide in modo determinante sul budget famigliare.

Quella dei pannolini usa e getta è stata un’invenzione che ha sollevato le madri da un grande carico di lavoro. Sul mercato troviamo pannolini per ogni fascia d’età, dalle taglie mini per i neonati fino alle mutande pannolino. Calcolando una media di otto pannolini al giorno, il bimbo consuma 240 usa e getta al mese per una spesa che varia da 56 a 74 euro. Due anni di usa e getta, mediamente, possono costare a una famiglia da 1400 a 2000 euro.

Un’ottima soluzione per risparmiare (oltre a quella di prediligere confezioni famiglia o pacchi doppi) è quella di rivolgersi a uno spaccio di pannolini dove si possono acquistare grandi confezioni a prezzi molto vantaggiosi.

Per quanto riguarda il benessere del bebè, dato che i pannolini monouso possono provocare un certo fastidio (soprattutto nelle giornate umide e calde), si suggerisce di trovare nell’arco delle 24 ore qualche momento per lasciare libero il piccolo (basterà sistemarlo su un asciugamano ed eventualmente una traversa impermeabile).

Alcune famiglie, per evitare che la cute delicata del bimbo stia a continuo contatto con la plastica del pannolino, inseriscono un panno di cotone o sistemano il pannolino in modo che vesta largo.

Quando si parla di pannolini usa e getta non si può trascurare l’impatto ambientale di questi prodotti. Ogni bambino utilizza in tre anni circa 4500 pannolini, che corrispondono all’abbattimento di venti grandi alberi. La produzione di pannolini comporta un ingente consumo di energia, acqua, polpa di legno, e l’utilizzo di importanti quantità di prodotti chimici. Le acque di scarico provenienti dalla lavorazione di cellulosa, plastica e idrogel contengono solventi, metalli pesanti, polimeri, diossina, ecc.; sbiancare la cellulosa dei pannolini monouso causa l’emissione nell’aria di ulteriore diossina e, per finire, il loro incenerimento produce ceneri ed emissioni tossiche nell’aria.

Inoltre, una volta usato e portato in discarica, ha inizio il problema dello smaltimento: un usa e getta impiega ben 500 anni per decomporsi.

Una soluzione per contribuire alla tutela dell’ambiente potrebbe essere quella dei pannolini non sbiancati con il cloro, oppure monouso biodegradabili realizzati in Mater-Bio (materiale termoplastico a base di amido di mais, completamente biodegradabile) o con amido di grano.

A seguito dell’avvento degli usa e getta, sono stati abbandonati i pannolini di stoffa che invece ad oggi stanno pian piano riconquistando le simpatie delle famiglie italiane. A far apprezzare i lavabili non sono soltanto il risparmio economico e la sostenibilità ambientale, ma anche i vantaggi per il benessere del bebè.

Infatti è discutibile la comodità degli usa e getta: pratici per i genitori, sicuramente questi “mutandoni plastificati” non sono l’ideale per i bambini. Potendo probabilmente anche i bambini preferirebbero restare a contatto con del cotone, morbido e fresco.

Una volta sostenuta la spesa iniziale (che può variare da 250 a 500 euro), il risparmio, per chi non utilizza gli usa e getta, si aggira intorno a 1000-1500 euro. Aggiungendo anche la spesa dei lavaggi, il risparmio resta comunque superiore al 50%.

In genere, una ventina di pannolini in tessuto sono sufficienti per garantire una copertura costante (considerati i tempi di lavaggio e asciugatura). A proposito del lavaggio, non sono necessari accorgimenti particolari: possono essere lavati in lavatrice (dopo aver rimosso le feci) a circa 50° anche insieme agli altri indumenti. I pannolini sporchi, in attesa di lavaggio, possono essere lasciati in un secchio o in un bidone in plastica, immersi in acqua con due cucchiai di bicarbonato (così si evitano i cattivi odori).

Esistono vari modelli: